sabato 30 luglio 2016

My MATS experience


Durante il primo mese di Bootcamp Lilla ha indetto un concorso per vincere un posto gratuito nel suo corso Creating Collections for Home Décor ai partecipanti era richiesto di disegnare un manifesto che esprimesse l'essenza dei corsi Make Art That Sells
 
Le ragioni che mi hanno spinto a frequentare queste classi sono state il bisogno di nuovi stimoli e di definire il mio stile occupando il tempo libero nelle pause tra un lavoro e un altro in cui tendo ad abbrutirmi in modo improduttivo.
Benché la ricerca di un tratto unico e distintivo sia ancora in alto mare e anzi, probabilmente, l'aver sperimentato cose nuove e diverse mi ha confuso ancora di più le idee invece di schiarirle, l' approccio allegro e  positivo di Lilla mi ha aiutato a combattere l'insicurezza e la paura di fallire.
E questo è ciò che ho cercato di esprimere nel mio manifesto
 

 

 
 
Ho ricevuto diverse richieste di informazioni sui corsi di Lilla Rogers e con 2 Bootcamp e un MATS A in forma intensiva alle spalle credo di poter dire la mia, cercando di essere obiettiva.
Non mi dilungherò a spiegare la differenza tra self paced, bootcamp ed intensivi, tutte le specifiche di ogni corso sono ampliamente spiegate nel sito, se la lingua è un ostacolo lasciate perdere: pochi saranno gli europei nella vostra classe e ancora meno gli italiani.
Le principali differenze tra le varie tipologie sono il tempo e le informazioni: più il primo si allunga, più le altre diminuiscono.
  
Il metodo dei mini caratterizza tutti i corsi siano di breve o lunga durata. Consiste nell'avere un tema su cui riflettere ed iniziare a buttare giù sketch e idee, senza però sapere quale sia lo scopo finale. Per esempio a marzo il tema erano gli anni '20, donne, pettinature e cappelli, solo successivamente è stato rivelato che il fine era la copertina di un album da colorare per adulti; ad aprile Lumberjack e fantasie a quadretti, a maggio medioevo e miniature, a giugno  vigogna e Ande, a luglio lettering e fiori.
 Come ogni cosa questo sistema ha i suoi pro e i suoi contro: da un lato permette di sciogliere la mente e la mano disegnando, così tanto per, in relazione ad un determinato argomento ma, senza il vincolo di un target, un formato, un mezzo. 
Dall'altro però può essere inconcludente: capita di avere tantissimi spunti per "cose che poi farò comunque", ma se non si ha la capacità e la costanza di fare una "cartellina delle idee" e di sfogliarla e aggiornarla periodicamente molti di questi progetti finiranno nel dimenticatoio. E fuorviante rispetto a quello che sarà il compito: personalmente per i primi studi utilizzo sempre matita o pennarellino, ma chi adopera acquerelli, tempere e altre tecniche pittoriche a marzo si è trovato con una serie di disegni non utilizzabili per un album da colorare e ha dovuto scegliere se accantonare tutto e ripartire o trovare il modo di inserire le parti da colorare nel proprio dipinto. 
Quindi lo ritengo utile se si hanno buone capacità organizzative e si ha una buone dose di tempo libero. Nei periodi più indaffarati ho spesso trascurato o proprio saltato questa fase aspettando di sapere quale fosse lo scopo finale.

L'assignment in realtà  è solamente un compito da consegnare entro una determinata scadenza. Se non riesci a stare nei tempi o non lo finisci affatto non succede niente, semplicemente il tuo lavoro non comparirà nella galleria delle opere. Non ci sono brutti voti, né note di biasimo.
Ma il compito simula la richiesta di un committente reale quindi è consigliabile rispettare le scadenze e avvicinarsi il più possibile alle specifiche.
Per chi non è abituato ad avere delle scadenze improrogabili e delle direttive da seguire è molto utile... ma si può ottenere lo stesso risultato partecipando ai concorsi ;) 
Alcuni temi sono ricorrenti, su 3 corsi seguiti ho ripetuto 2 volte gli argomenti: piatti decorati, copertine di quaderni e libri per bambini. Con delle differenze nei temi e nell'approccio, ma  avrei preferito spaziare di più per esempio invece di piatti da cucina, studiare un set da bagno; al posto dei quaderni, delle cartoline; invece dei libri, abbigliamento o giochi per bambini.

I consigli di Lilla sono l'essenza dei suoi corsi. La sua energia e positività sono contagiose e farebbero venire voglia di disegnare anche a chi non l'ha mai fatto prima e si ritiene negato.
è assolutamente un toccasana nei momenti bui (che tanto lo so che prendono anche a voi) quelli in cui i risultati raggiunti sembrano insignificanti e banali, il tuo lavoro non ti soddisfa e si è facili prede di invidia, sconforto e si fatica a trovare uno scopo in quello che si fa.
Per quel che mi riguarda sono molto emotiva e soprattutto nei momenti in cui, consegnato il lavoro, non si sa quando ce ne sarà un altro, o magari incontro delle difficoltà con un cliente (per fortuna raramente) tendo a buttarmi giù e a svalutarmi. I suggerimenti di Lilla su come gestire l'emotività legata a questo lavoro mi sono stati (e sono)  molto utili. In realtà si tratta di cose piuttosto banali come ricordarsi di essere sempre grati per qualsiasi lavoro ci venga commissionato, perché non tutti hanno la fortuna di fare quello che desiderano per vivere o rendersi conto che il successo altrui non preclude nessuna possibilità a te. A volte aiuta avere una voce da fuori che te lo ricorda.
A questo proposito consiglio di seguire anche il blog di Maja Sereda

Le recensioni  sui lavori svolti rientrano solamente nei corsi intensivi (attualmente credo solo Home Decor e Book Illustration), non tutte le opere vengono valutate, con centinaia di iscritti ogni volta sarebbe un lavoro lunghissimo per lo staff e una lunga  e noiosa ripetizione per gli studenti. Ne vengono scelti 10-20 più rappresentativi, non solamente i più riusciti ma, quelli che presentano delle caratteristiche comuni a molti o spunti di riflessione. Spesso Lilla si fa affiancare da professionisti del settore  e ovviamente il parere di un occhio esperto fa sempre comodo e dà modo di imparare qualcosa di nuovo.
Ho trovato un po' fastidioso che durante il MATS A i lavori di 4-5 persone venissero selezionati ad ogni recensione: tutti assolutamente meritevoli e istruttivi, ma ho trovato ingiusto che in un gruppo di circa 300 persone si prendessero in esame sempre gli stessi autori. Possibile che non ci fosse qualcuno altrettanto valido? Avrei trovato più corretto coinvolgere quanti più studenti possibile.

Le informazioni su mercati e tendenze sono preziose ma vanno prese con la dovuta dose di scetticismo. Per esempio quando abbiamo parlato di libri illustrati abbiamo avuto consigli utili sulla caratterizzazione dei personaggi, le palette in funzione del target e altri dettagli tecnici. Ma quando siamo arrivati a tempi e compensi.... bè non fate troppo affidamento su quanto riportato nelle dispense! Intendiamoci può essere che Lilla abbia un rapporto con gli editori con cui collabora, tale per cui davvero l'illustratore di turno abbia 3-4 mesi solo per lo studio del protagonista, che la realizzazione del libro completo possa richiedere anche 2 anni e che il compenso sia adeguato per tutto questo periodo anche senza dedicarsi ad altro. Sono certa che per alcuni professionisti molto rinomati sia davvero così. Ma per quella che è la mia realtà è molto più probabile che si abbia un mese o anche meno per il libro completo e che si debbano svolgere più lavori contemporaneamente per potersi mantenere.
Quando abbiamo parlato di coloring book per adulti Lilla non la finiva più di magnificare le potenzialità di questo trend in continua crescita. A onor del vero anche la mia agente mi aveva chiesto nello stesso periodo di provare a fare qualche pagina perché molto richiesti. Ma quando quest'anno ho presentato il mio progetto in fiera a Bologna mi sono sentita rispondere ad ogni tentativo che il mercato è saturo e non sanno come smaltire quelli che già sono in commercio.
Può essere che fosse un modo garbato di dirmi che il mio album non piaceva, ma anche no. Dopotutto lo stile impiegato per le mie flapper girls, un po' diverso dal solito mi ha fruttato comunque dei consensi anche se non nel modo immaginato.
Per questo è importate continuare sempre a darsi da fare e arricchire il portfolio: anche se non nei tempi e nei modi preventivati, il risultato poi arriva ;)

Il gruppo Facebook non è obbligatorio, se non si ha e non si vuole fare un account sul social si può tranquillamente farne a meno ma, è caldamente consigliato presentarsi e partecipare.
Serve per conoscersi, quasi tutti partecipanti ai corsi sono professionisti nell'ambito di grafica, illustrazione, design, c'è uno scambio continuo di opinioni e feedback, un confronto diretto sullo stesso ingaggio svolto in centinaia di modi diversi.
Incredibile vedere ogni volta in quanti modi si può esprimere uno stesso concetto!
Il tutto in un clima assolutamente positivo, senza attacchi o critiche scoraggianti ma, piuttosto suggerimenti su come migliorare.
In più ci si scambiano informazioni, esperienze, risorse, per esempio fino all'anno scorso non sapevo minimamente usare Illustrator: non sono una smanettona e ogni volta che provavo ad usarlo constatavo che per fare la stessa cosa in Photoshop avrei impiegato un quinto del tempo e rinunciavo. Poi mi hanno suggerito il corso di Alma Loveland su Atly e certo non sono diventata magicamente un'esperta ma riesco a muovermi abbastanza da poterci lavorare.
Alcuni compagni hanno addirittura creato un gruppo facebook, Mats after Mats, in cui mensilmente viene proposto un assigment sul modello appreso  durante il bootcamp per continuare a confrontarsi e arricchire il portfolio.
Per me, poco socievole nella vita reale e ancora meno nei social network, trovare dei colleghi, vicini e lontani, con cui confrontarsi senza competizione  è stato molto piacevole, rilassante e stimolante.
Per chi ha già un gruppo consolidato di colleghi/amici con cui interfacciarsi per avere dei feedback onesti, probabilmente il gruppo non serve a granchè, anche se con partecipanti da tutto il mondo si ottengono sicuramente opinioni più varie.
Anche in questo caso non serve necessariamente essere iscritti al MATS per avere una bella rete di contatti: su facebook ci sono decine e decine di gruppi di illustratori, grafici, disegnatori, divisi per nazionalità o misti, con interessi specifici o diversi con lo scopo di migliorare il portfolio o solo di scambiarsi informazioni su concorsi, mostre e eventi o... quello che vi pare!
Basta solo cercare.

Insomma servono davvero questi corsi? Se avete letto fin qui sapete già che la mia risposta può essere solamente sì... e no!
Sì se si ha bisogno di un'iniezione di fiducia e voglia di fare, si vogliono esplorare ambiti diversi da quelli abituali, si vogliono conoscere persone creative e stimolanti il tutto arricchendo il proprio portfolio.
No se si cercano insegnamenti su tecniche e programmi, se si ha bisogno di un'insegnate che ci segua e corregga costantemente, se ci si aspettano dei risultati immediati in termini lavorativi ( a qualcuno capitano, ma avete provato a sfogliare un'intera galleria? Difficile che TUTTI vengano assunti all'istante), se si spera di essere rappresentati da Lilla Rogers. Nell'ultimo caso seguire i corsi  serve per capire cosa cerca ma, per essere selezionati si deve partecipare al Global Talent Search

Ultimissima cosa questa è proprio una cosa mia, liberissimi di ignorarla
Io odio tutto il sistema dei saldi. Sempre e comunque. Se ti puoi permettere di vendere un bene a prezzo ridotto, continuando a guadagnarci sopra, per un periodo, puoi farlo sempre. Anzi, se acquisto qualcosa in anticipo rispetto alla stagione degli sconti, dovrei essere premiata poiché tu venditore avrai meno rimanenze di magazzino di cui occuparti e non dovrei sentirmi tacciata di stupidità per aver speso il doppio di un altro per lo stesso bene.
Ovviamente per i corsi on line non c'è stoccaggio né merce avanzata però i saldi ci sono ugualmente. Quindi, prima di acquistare a prezzo pieno, valutate se potete permettervi di aspettare un po' per i prossimi sconti di primavera, fine estate, Natale, Black Friday... può fare parecchia differenza ;)


Bootcamp 2016



martedì 26 luglio 2016

MATS Bootcamp 2016

Siamo già arrivati alla fine anche per questo Bootcamp!
L'ultimo mese è stato dedicato al lettering: a secondo dell'area geografica di provenienza a ciascuno è stato dato un fiore (Europa= snapdragon= bocca di leone) e il titolo "the language of flowers" per disegnare la copertina di un taccuino presumibilmente per il giardinaggio....

Tema azzeccatissimo per me e il mio pollice killer che in quest'estate torrida abbiamo ucciso: una trentina di piante di fragole, un rovo di lamponi, un'azalea, un gelsomino, 2 nespoli e tre meli nati dal seme sparpagliato a caso tra i vasi di fiori l'estate scorsa. Perfino il melo grande che in primavera era carico di buone intenzioni e di frutti ha dovuto rinunciare ai suoi buoni propositi per non seccare... Epperò che pretenziose queste piante! Potrebbero pure chessò telefonare o almeno mettersi a uggiolare quando vogliono l'acqua!
Si sono salvati da questa strage soltanto una peonia, un ribes (che pure ne hanno buscate) e miracolosamente l'abetino piccino picciò aquistato lo scorso Natale

Comunque dicevamo lettering.
Siccome non ne so molto dopo aver trovato un miliardo di reference su pinterest, ho seguito alcune lezioni su skillshare e questa guida
alla fine il risultato è questo qua:

 


Il quadernino si può acquistare sul mio negozio zazzle
tutti gli altri lavori sono nella gallery di luglio

martedì 5 luglio 2016

Mats Bootcamp 2016


A giugno si è parlato di libri per bambini, focalizzandosi sulla creazione del personaggio e del suo ambiente, nello specifico della vigogna delle Ande
Era richiesta la creazione di una pagina interna di un ipotetico libro in cui si vedesse l'animale protagonista in varie pose e con differenti espressioni
Devo dire che i miei compagni hanno svolto egregiamente il compito, alcuni hanno scritto le proprie storie, altri hanno fatto ricerche e studi sulle differenze tra i vari tipi di camelidi da poterne ricavare un'enciclopedia illustrata
Qui la galleria
non sembra un vecchio dépliant turistico?

Quanto a me stretta tra consegne, impegni familiari e un fine settimana in Bretagna (yeah!) non sono andata oltre il primo sketch digitale in cui mi ero concentrata più che altro su trame e colori dei tessuti.
Per non mancare la galleria ho risolto con un semplice mockup, ma con la promessa di ritornare sull'argomento.
E sì che mi ero trovata anche una bella storia!